Palazzo Galeotti viene eretto nel 1639 dall’omonima famiglia su un’area appartenuta in precedenza all’abbazia cistercense di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra, dove sorgevano sin dal Cinquecento le residenze di alcune nobili casate maceratesi.
Nel Settecento la proprietà passa ai Compagnoni
Marefoschi, che a loro volta la cedono alle vicine monache di Santa Caterina, cui l’immobile è confiscato durante l’occupazione napoleonica entrando così a far parte dei beni demaniali del Regno Italico.
Nel 1810 il Governo lo vende a Girolamo Benigni, unito in matrimonio alla sorella del futuro Papa Pio IX Isabella Mastai Ferretti, che provvede a restaurarlo secondo i canoni dell’architettura neoclassica conferendogli l’aspetto attuale.
Durante il Ventennio fascista diventa sede della Federazione del PNF per poi cadere in uno stato di abbandono che si protrae fino all’intervento di recupero realizzato dalla Cassa di risparmio della provincia di Macerata tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta.
L’esterno di questo edificio di interesse storico, affacciato sulla centrale piazza Vittorio Veneto, è caratterizzato da un sobrio prospetto intonacato con cornici modanate che riquadrano le finestre.
All’interno alcuni ambienti del piano nobile presentano un apparato decorativo finemente eseguito, contrassegnato da trompe l’oeil con figure ed elementi architettonici, putti in volo e drappeggi, motivi fitomorfi e geometrici.
Palazzo Galeotti oggi appartiene alla Fondazione Carima, di cui ha ospitato la sede dalle origini al 2005.
Concesso in comodato d’uso all’Accademia di Belle Arti di Macerata